Come promesso vi ragguaglio sull'evoluzione dell"Allerta Curcuma" riportando notizie da 3 fonti: il sito web del Ministero della Sanità, un recentissimo (17/7/19) comunicato della FEI (Federazione Erboristi Italiani) ed un preziosissimo articolo del Dr. Fabio Firenzuoli pubblicato sulla rivista "International and Emergency Medicine" in data 5 luglio u.s. (Clicca qui per leggere l'articolo)
Le segnalazioni sul sito del Ministero della Salute riguardo al caso curcuma sono di tre tipi:
il numero di casi di epatite colestatica non infettiva che produce risentimento biliare e conseguente ittero ma che regredisce immediatamente alla sospensione gli integratori sono 22
Le aziende a cui è stato richiesto il ritiro dei prodotti in via cautelativa hanno avuto il benestare a rimettere i prodotti in vendita perché non è stata riscontrata nei prodotti presenza di micotossine o sostanze epatotossiche
il Ministero conferma che l'uso della spezia in polvere standardizzata o dei preparati a base di curcuma è innocuo (è anzi, riconosciuta loro una efficacia quale antiossidante, digestiva, epatoprotettiva) se si resta entro la dose raccomandata, come riporta l'OMS (l'Organizzazione Mondiale della sanità) , tra 0 e 3 mg per kg di peso corporeo (quindi ad esempio per un uomo di 70 kg fino a 2 grammi abbondanti al giorno).
Rispetto alle quantità, studi di revisione scientifica, in fase I e fase II, riportano nulla la tossicità anche per dosi più marcate (4/8 gr) e i disturbi riscontrati sono sovrapponibili al gruppo trattato con placebo.
Che cosa sia successo ancora non si è scoperto, rimangono infatti non fugati i molti dubbi sulle cause di questo picco di epatiti colestatiche acute con eziologia sconosciuta, mai occorse prima d'ora (per approfondire le supposte cause vedi mio precedente articolo Clicca Qui) e temo anche che non se ne verrà velocemente a capo visto che, come dimostra il comunicato FEI, il Ministero stesso ha agevolato la reintroduzione in commercio dei prodotti precedentemente sospesi. Mi preme però sottolineare come la Curcuma, quale rimedio medicinale della tradizione, sia da scagionare. Per levare di torno quell'alone negativo che questa brutta vicenda gli ha creato intorno, ricordare il suo valore terapeutico che rimane intatto, e ridare smalto alla sua reputazione, vi rimando a questo articolo postato sul mio sito ("Il caso dell'allerta Curcuma" Clicca Qui) Senza dilungarmi troppo, mi importa anche che traiamo insegnamento da questa vicenda che a mio avviso ha preso origine dalla tanta pubblicità e dalla facile influenza che eclatanti inserzioni su internet sono riusciti a stuzzicare e ad ingolosire, principalmente donne sull'opportunità di raggiungere facili risultati con il prodotto del momento. Nessuna pratica è di per sé miracolosa! Mi permetto di consigliarvi, per qualunque problematica vi occorra, di appoggiarvi a qualche serio professionista (medico se si tratta di patologie, Operatore del Benessere se si tratta di riequilibrare lo stile di vita) e di vagliare con molta attenzione i rimedi sensazionalistici che propone la rete. Gli interventi "facili" ci spostano dalla nostra stessa presa di responsabilità rispetto al ritrovare o mantenere la nostra salute.
Come comunicato dalla FEI:
"L' ISS e il Ministero della salute sono in via di definizione per la chiusura della nota vicenda. Ad oggi non sono state riscontrate irregolarità a livello analitico/tossicologico sui prodotti oggetto dei richiami, a parte la presenza di curcumina da sintesi che configura il reato di frode in commercio ma non incide sulla salubrità dei prodotti. Con ogni probabilità si andrà verso l'indicazione di avvertenze specifiche sulle confezioni degli integratori alimentari a base di curcuma e suoi estratti rivolte a gruppi specifici di popolazione. Il Ministero sta inoltre invitando le aziende oggetto di richiami volontari a reintrodurre in commercio i lotti giudicati conformi all'uso alimentare. Comunicheremo eventuali aggiornamenti non appena ci saranno comunicati dalle Autorità nazionali preposte."
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